Focus sui Campi Flegrei, se si dovesse evacuare (e non ce lo auguriamo) dove bisogna andare? E le strade saranno libere?

In attesa del nuovo decreto dei Campi Flegrei facciamo il punto. Che cosa è previsto fino ad ora? Perché potrebbe ancora cambiare. Allora in caso di allarme i piani prevedono un’evacuazione in 72 ore attraverso tre step.

Alla dichiarazione di “allarme” invece tutta la popolazione dovrebbe temporaneamente abbandonare i territori ricadenti zona rossa, scegliendo di farlo in modo autonomo o assistito. La protezione civile ha stimato in 3 giorni (72 ore) il tempo complessivo delle operazioni di evacuazione.

Nelle prime 12 ore la popolazione si preparerà all’evacuazione, nei successivi due giorni si dovrebbe procedere ai trasferimenti nelle regioni gemellate, secondo i cronoprogrammi definiti nei piani comunali. Infine, le ultime 12 ore sono previste come margine di sicurezza per la gestione di eventuali criticità.

È giusto ribadire che questi piani, sia per quanto riguarda i tempi che le destinazioni extra-regione, riguardano esclusivamente l’area dei Campi Flegrei e non anche i piani di prevenzione per il sistema vulcanico del Vesuvio. In questi giorni, infatti, nel dibattito pubblico sono stati a volte confusi questi due distinti contesti.

Infatti, i piani di prevenzione in caso di eruzione del Vesuvio risalgono al 2001, anche se sono stati aggiornati nel 2014. Anch’essi prevedono aree di attesa temporanea e gemellaggi tra comuni campani e le altre regioni, ma interessano un’altra area geografica Secondo il piano di prevenzione ogni regione “si gemella” con un comune o una municipalità (nel caso di Napoli) diversa. Secondo il programma, dunque, in Lombardia si recherebbero i residenti del comune di Pozzuoli o in Toscana quelli di Quarto, gli abitanti di Fuorigrotta (quartiere del capoluogo) andrebbero nel Lazio, quelli di Posillipo in Sardegna e parte di Chiaiano finirebbe in Friuli Venezia Giulia, solo per fare alcuni esempi.

Già nella fase di “preallarme”, le persone che vogliono allontanarsi possono farlo ma solo in autonomia, anche attraverso il proprio mezzo, seguendo percorsi stradali stabiliti dai “piani di allontanamento” della regione.

Viene da chiedersi se le altre regioni si stanno attrezzando. Cioè dire tu vai in Lombardia, ma dove?

Infine c’è da chiedersi le strade saranno libere da cantieri?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *