Pasquetta last minute fra i luoghi del mito: il sentiero di Capo Miseno a Bacoli tra opus reticulatum e viste mozzafiato

“Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”: così dice la saggezza popolare e potrebbe essere vero ma è anche altrettanto vero che una passeggiata nei “nostri” luoghi può essere un buon modo per celebrare la tradizionale scampagnata del Lunedì in Albis.

Una passeggiata a Bacoli può essere un buon modo per smaltire gli eccessi a tavola di Pasqua e partendo dal Litorale di Miliscola i due chilometri di spiaggia da fare a piedi possono essere un ottimo allenamento. Arrivato alla fine della spiaggia di Miliscola si arriva in località Dragonara dove una grossa cisterna romana scavata della collina ci ricorda la presenza di una grossa villa romana la quale disponeva di tanti altri piccoli ambienti rupestri sparsi lungo il fianco della collina utili come sale da pranzo (ninfei) o magazzini in età romana: sono le peschiere di Lucullo che col bel tempo e molta molta attenzione si possono esplorare facendo snorkeling visto che ormai tali cavità risultano quasi tutte semisommerse a causa dei capricci del bradisismo che, durante gli ultimi due secoli, ha alterato la linea di costa. Dopo aver dato un’occhiata (o dopo una bella nuotata) si lascia la spiaggia e ci si inerpica sulla strada asfaltata e carrabile che sale su verso il faro di Capo Miseno. Grazie a questa strada arriveremo al traforo carrabile che porta allo spiazzo che si trova difronte all’ingresso del Faro: guardate con attenzione perché fra un tornante ed un altro troverete delle scale che vi permetteranno di tagliare tratti non trascurabili del percorso.

La vista sarà appagata durante la breve ascesa dal panorama flegreo sul lago Miseno, il centro storico di Bacoli fino all’apparizione del Golfo di Pozzuoli. Durante il percorso si potrò ammirare qualche villino, non poche murature romane che affiorano qui e lì e anche un tipico “cellaio”, un magazzino agricolo tradizionale vecchio di secoli. Infine si raggiunge il traforo che porta al faro, lo si percorre con grande attenzione e informandosi prima se ci sono delibere che lo rendono inagibile ai pedoni: fatto questo lo si attraversa magari con una luce, il percorso è parzialmente illuminato ma la prudenza non è mai troppa. Dopo il traforo si arriva al Faro, al cancello verde che chiude l’accesso alla struttura e a sinistra l’avvio del sentiero vero e proprio.

Da qui l’ascesa è breve, ma intensa ed immersa nel meglio delle essenze aromatiche della macchia mediterranea. Ogni passo permette di vedere uno spicchio di paesaggio flegreo fra il blu del Tirreno e il giallo delle scogliere di tufo mentre pian piano Coroglio, Il Vesuvio, Capri e le isole flegree si manifestano in tutta la loro bellezza. Dopo la prima ascesa e i tanti gradini il sentiero si biforca: sulla sinistra vi è un piccolo spiazzo con la vista su Monte di Procida e il Lago Miseno mentre a destra un sentiero porta in vetta. Il sentiero di destra non è sempre agibile e bisogna prestare attenzione alle casamatte della seconda guerra mondiale. La balconata che da sul Lago Miseno è un ottimo punto per ammirare non solo il panorama, ma anche le tante specie di uccelli che frequentano il sito come i grandi Corvi Imperiali, i tanti gabbiani e molte specie di rapaci. Il percorso dura circa due ore e fra andata e ritorno si cammina per quasi 8 chilometri, una buona distanza da fare a piedi se si vuole smaltire un po’!

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