Rione Terra, percorso ancora chiuso. Non solo, a gestirlo sarà il Parco non più la Sovrintendenza, l’ordine è del Ministro

Il percorso archeologico del Rione Terra, nonostante la proroga della Sovrintendenza di 90 giorni resta chiuso. Non solo, il colpo di scena è arrivato qualche giorno fa: la giurisdizione del sito, per decreto ministeriale, passa adesso al Parco dei Campi Flegrei. La notizia lascia sorpresi e ingarbuglia le carte. Intanto i disagi continuano e quella che appariva una soluzione temporanea (proroga a chi lo gestiva per 90 giorni) non ha più avuto luogo.

Lo sappiamo, l’oro dei Campi flegrei è la terra , incastonata dalla storia. Da decenni se ne parla: archeologia, visite guidate ai monumenti, percorso ambientali. Solo che il turismo come volano, da sempre, pare non riuscire a planare appieno.

Ma da chi sono gestiti i monumenti flegrei? Tra enti di nuova generazione e vecchi la matassa è intricata. Ad oggi possiamo dire che le terme di Baia, il Castello aragonese, l’anfiteatro Flavio, l’acropoli di Cuma (solo la biglietteria online) è gestita da Coop Culture, da almeno un decennio. Il riferimento è il Parco dei Campi Flegrei che fornisce il personale.

Il Parco ha anche fatto una gara per gestire il Macellum (il tempio di Serapide per intenderci) lo stadio dell’Antonino Pio, la Piscina Mirabile, il Misenum, le Cento camerelle e il bistrot del Castello Aragonese. Gara di cui si  attende il responso.

Poi c’è la questione Rione Terra, quella del percorso archeologico è davvero poco chiara: chiuso per motivi di sicurezza, per oltre mille scosse sismiche (come recita la determina del Comune di qualche mese fa) e costato all’ente comunale (che non è proprietario della parte sotterranea) il costo della perizia tecnica con tanto di consulente, anzi no, perché poi ci si è accorti che non si era competenti in materia e dunque la perizia l’hanno fatta i tecnici del municipio.  Gli enti in gioco sono diversi e ora se ne aggiunge un altro. La rocca è di proprietà del Comune di Pozzuoli, che però ha anche sempre gestito la parte sotterranea (finora sotto la giurisdizione della Sovrintendenza e in parte della Curia). Scaduta la convenzione e poi le continue scosse del bradisismo hanno portato a un gran caos: il percorso ha chiuso, la società che doveva gestire il tutto ha potuto limitarsi, per motivi di forza maggiore, alla guardiania. Un’ interrogazione parlamentare del senatore Giuseppe De Cristofaro ha poi sconvolto tutti, il politico chiedeva al Ministro in aula i motivi della chiusura e voilà ecco che la Sovrintendenza proroga di nuovo l’apertura del percorso archeologico «questo ufficio, nelle more di una formalizzazione degli atti che regolamentino i rapporti, autorizza per un periodo di 90 giorni, prorogabili ad ulteriori 90, previo preavviso», l’ente (per ora la Coop) ad occuparsi di vigilanza, manutenzione ordinaria, pulizia, il pagamento delle utenze, l’accompagnamento.

E infine il colpo di scena: il Parco è il nuovo gestore ed è esso che dovrà accordarsi col Comune, se vorrà. Tante incertezze, una sola cosa è chiara: ad oggi chi vuole visitare la città sotterranea non può. Impossibile programmare visite. Impossibile sapere quando riaprirà. Ma poi questa proroga della Sovrintendenza a Coop Culture, ad oggi, vale ancora? In fondo esiste solo sulla carta.

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