Di Vito (Ingv),ecco nuove sentinelle hi-tech per i Campi Flegrei
I sei milioni di euro che il Governo ha destinato all’Ingv per i CampiFlegrei fanno parte dei 94 milioni in totale contenuti nel decreto firmato dal ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, nel Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca. I sei milioni di euro sono considerati sufficienti dall’Ingv per le nuove tecnologie che garantiranno all’Osservatorio Vesuviano di fare forti passi avanti nelle ricerche sulla situazione del bradisismo e soprattutto su cosa accade sottoterra nel vulcano CampiFlegrei. “Prima di tutto ci saranno nuove tecnologie – spiega all’ANSA Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano – a partire da ulteriori sensori multiparametrici a mare che ci danno importanti informazioni sulla sismicità, sulla deformazione del suolo, l’emissione del gas e la temperatura sotterranea, dati che ci permettono anche di capire se sale gas da sottoterra. Li useremo in particolare nella parte sud del territorio vulcanico che attualmente non ha una copertura dei sensori. Parliamo quindi del Golfo di Pozzuoli su cui vogliamo avere più certezze dai dati”. L’installazione delle nuove tecnologie sottomarine sarà svolta dall’Ingv insieme alla Guardia Costiera. Con i nuovi fondi ci sarà, spiega Di Vito “anche una rete più fitta a terra di sensori per le deformazioni del suolo e l’attività sismica. Avremo anche nuovi strumenti per misurare dal punto di vista gravimetrico e geochimico. La gravimetria ci dice la variazione di gravità, quindi la distribuzione di massa nel sottosuolo, se varia la massa aumenta la gravità: i cambiamenti non sono avvertiti dalle persone, ma segnalati dalle apparecchiature molto precise. Ci sarà poi l’installazione di fibre ottiche e degli interrogatori di fibre ottiche, che controllano la deformazione del suolo e la sismicità, fibre lunghe per chilometri che quindi offrono dati su ampie fette di territorio che finora ci mancavano. Saranno due le linee delle fibre, una nel Golfo di Pozzuoli e l’altra a terra nella parte continentale”. Le nuove attrezzature porteranno un miglioramento “della nostra capacità di studio dei fenomeni. Non sono attrezzature semplicissime da installare ma lo faremo in collaborazione con enti paralleli che ci diano una mano, come le immersioni della Guardia Costiera. Ci vorrà circa un anno dall’acquisto all’attivazione. Le nuove attrezzature ci faranno capire meglio la dinamica del vulcano sia a terra che a mare. Oggi sta continuando la dinamica di deformazione della crosta, senza però una ridistribuzione delle masse nel sottosuolo e quindi senza risalite. Le emissione di gas intanto sono molto sostenute e stanno aumentando, la deformazione procede a 1,5 cm al mese e la sismicità resta medio bassa, con eventi di 2,3-2,4 gradi. Ma lo studio della situazione va oltre la quotidianità, per noi studiare meglio i terremoti ci fa capire meglio la dinamica del sottosuolo”.