Congresso del Pd, altro che unità. Ecco il documento dei dissidenti, inviato anche alla Schlein

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Congresso del Pd, confronto duro. Unità? Lontana mille miglia. Si sta tenendo in queste ore il congresso del partito democratico. Chi pensava che l’armonia fosse tornata si sbagliava. Vi proponiamo integralmente il documento, letto in assemblea e inviato alla segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein. Documento firmato da Marzia Del Vaglio, Antonio Tufano, Francesco Paolo Amato, Antonio D’Amico, Mariano Amirante, Vincenzo Ingaldi, Teresa Cannavacciuolo, Tony Di Somma, Valentino Palmese, Cristina Morrone, Annunziata Basile. Non ha firmato Paolo Ismeno.

Il documento è questo:

« A distanza di due anni e mezzo dall’ultima volta in cui il simbolo del Partito Democratico è stato presente nella città di Pozzuoli, il 14 e 15 dicembre si celebrerà il congresso cittadino. Un evento che in tanti abbiamo aspettato e sperato che avvenisse molto tempo prima. Così non è stato. Fin dal suo insediamento, il commissario cittadino, Giovanni Iacone, è stato sollecitato a creare momenti di confronto, che consentissero di pervenire a una proposta politica che potesse costituire la base di un ragionamento condiviso dopo il disastro prodottosi poco prima delle elezioni.  Si ricorda, a mero titolo di cronaca, che la commissione nazionale di garanzia, con delibera assunta nell’aprile 2022, aveva stabilito la correttezza dell’operato degli organismi dirigenziali del partito locale che avevano individuato quale candidato a sindaco il dott. Paolo Ismeno. Di tutta risposta la parte che non aveva condiviso tale decisione – la stessa che ora vorrebbe ergersi a rappresentare il Partito – in occasione delle scorse elezioni amministrative si era candidato proprio in contrapposizione al Partito Democratico. Ciononostante, anche in considerazione delle tante altre vicende che hanno lacerato anche rapporti umani decennali, abbiamo accolto il commissario con la disponibilità al confronto politico che ci ha sempre contraddistinto. Come risposta abbiamo ricevuto solo silenzio. Silenzio, in relazione ad un tesseramento (2023) annullato senza che sia mai pervenuta alcuna spiegazione; silenzio rispetto alle richieste di ascolto avanzate anche quando articoli di stampa davano per prossimo il congresso. Silenzio sino ad ora, quando la discussione ha coinvolto esclusivamente i consiglieri comunali eletti che, in qualche modo, in maniera genuina o strumentale si riconoscono nel Partito Democratico. Del resto, la circostanza che la discussione sia avvenuta – su impulso del Sindaco – unicamente tra i consiglieri comunali risponde ad un obiettivo ben preciso: non la ricostituzione del partito, che avrebbe presupposto una discussione politica e programmatica prima tra gli iscritti, quanto quella di costituire il gruppo consiliare per rispondere alle esigenze dell’amministrazione. Perché, inutile nascondersi, una parte di questa amministrazione (quella che allo stato detiene quasi la maggioranza delle tessere dell’intera federazione di Napoli per pura affermazione di potere) vede il PD di Pozzuoli come lo strumento per salvare questa maggioranza di governo della città, in evidente e palese difficoltà. Il tutto, nell’assenza persistente del Partito Provinciale, che ha ormai abdicato alla funzione di guida forte per assumere quella di equilibrista tra contrapposti interessi. Sulle spalle della città. Sebbene siano stati convocati ben due congressi, rispettivamente poi annullati, nessuno, il commissario in primis, ha sentito la necessità di ascoltare la base del partito, per comprendere in che termini sarebbe stato opportuno lavorare per ricostituire il Partito.  Ed è proprio “Ricostruzione” il titolo utilizzato per la convocazione del congresso cittadino, comunicata con una mail lo scorso 2 dicembre, senza alcuna discussione politica preventiva. Ebbene, tale modo di condurre i lavori preparatori al congresso non può essere condiviso ed è la ragione per cui, pur conservando la tessera del partito nel quale fermamente crediamo, riteniamo doveroso non partecipare al voto per questo congresso. Due anni e mezzo di assenza dalla politica locale, e le vicende che ne hanno caratterizzato il commissariamento, avrebbero dovuto indurre in chi si è assunto l’onere e l’onore di ricostruire di avviare, già da tempo, una proficua discussione che portasse ad una sintesi delle diverse posizioni. Sintesi che consentirebbe anche di riportare al centro del dibattito tematiche locali che a lungo ci hanno visto distinti. Perché se tutti ci rivediamo nei principi cardine del PD come argine alle destre, sul piano amministrativo troppi punti ci vedono divisi. Il Rione Terra, ad esempio, che continuiamo a immaginare come volano della città e non come copia mal riuscita del centro-storico di Pozzuoli. La vicenda water-front, che non può essere ridotta, di nuovo, a una fabbrica sul mare che arrivi sino al centro storico. La gestione delle periferie e del patrimonio di Monterusciello. E ancora, l’assetto del Consiglio Comunale e della Giunta, che non può sottrarsi a ragionamenti politici e anche a una ragionata esclusione delle forze che non possono condividere un percorso di centro sinistra. Tanto altro ci sarebbe da dire, ma avremmo dovuto avviare tempo fa un confronto con tempi e modi che garantissero la dignità, il rispetto e la cifra di tutte le parti in gioco. Alla luce di quanto sopra, osserveremo dall’esterno questo congresso, in attesa che il Partito Democratico ritorni ad essere luogo di discussione e non occasione di occupazione di spazi. Che torni a essere luogo realmente democratico e plurale, non treno per raggiungere obiettivi personali, salvo poi saltare dal treno in corsa alla prima occasione utile. E, soprattutto, saremo vigili che il Partito Democratico non diventi un prolungamento della Amministrazione cittadina, a cui saremo alternativa in tutti gli organismi deputati. Dentro e fuori dal partito». Più duro di così… Oggi ci sarà il voto del nuovo segretario, Francesco Fumo, già assessore, lunga esperienza politica alle spalle, grande mediatore.

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