Torna visitabile il monumento dell’uomo che salvò Pozzuoli: Don Pedro de Toledo, uno spagnolo fra Napoli e Pozzuoli.

Il 22 febbraio 1553 moriva a Firenze Don Pedro de Toledo, un politico spagnolo che aveva amministrato per circa vent’anni il Viceregno di Napoli per conto del Re di Spagna Carlo V. Sembra una storia lontana dalla nostra attualità eppure la contemporanea città di Pozzuoli deve tantissimo a questa figura perché all’indomani dell’eruzione del Montenuovo, 29 settembre 1536, fu Don Pedro ad aiutare massicciamente la città di Pozzuoli a rialzarsi dopo che la furia del vulcano aveva lasciato dietro di sé una scia di morte e distruzione in particolare sul Rione Terra ferocemente flagellato dai proiettili di lava e dalle ceneri emesse dal cratere che si era formato da poco presso Arco Felice. Pedro de Toledo si preoccupò di aiutare i puteolani impegnati nella ricostruzione della città garantendo loro notevoli privilegi fiscali e fece costruire una dimora non lontano dalle rovine dell’anfiteatro per risiedere a Pozzuoli per alcuni mesi dell’anno dimostrando con l’esempio che il rischio vulcanico era davvero basso e che non bisognava abbandonare la città, al contrario bisognava valorizzarla e spostando la sua dimora e quindi la corte nella città colpita dal disastro aveva praticamente elevato Pozzuoli a seconda capitale del Viceregno. Don Pedro fece tanto anche per i territori nelle vicinanze di Pozzuoli: ad esempio ordinò l’ammodernamento del castello di Baia il quale nel 1544 fu teatro dello scontro fra le forze spagnole e la flotta da150 galee del grande corsaro turco Barbarossa, scontro che si risolse a favore degli spagnoli grazie alla superiorità delle armi da fuoco e grazie all’appoggio difensivo fornito dall’arcigna fortezza. Purtroppo la storia non permette di dormire sugli allori e il re Carlo V invio’ un anziano Don Pedro a Siena nel 1553 per sedare una rivolta ma il lungo viaggio invernale fece ammalare il politico iberico che morì a Firenze nella casa della figlia Eleonora lì residente. Le ossa di Don Pedro furono collocate nella Cattedrale di Firenze, sede prestigiosa ma che non era certo nei piani del nobile castigliano perché Don Pedro ancora in vita aveva fatto realizzare un suntuoso monumento funebre in marmo di carrara da degli artisti vicini al grande scultore nolano, Giovanni Merliani. Lo stesso Giovanni Merliani esegui’ alcune delle decorazioni del monumento il quale venne ricavato da un unico blocco di marmo dono del signore di Firenze Cosimo de’Medici: gli artisti lavorarono per quasi venti anni poiché venne terminata nel 1570, Don Pedro ne ordinò l’esecuzione giusto un paio d’anni prima di passare a miglior vita. L’opera venne pensata per essere sistemata nella Basilica di S. Giacomo degli Spagnoli, chiesa “etnica” degli Spagnoli residenti a Napoli. Il Cenotafio (tomba priva di spoglie) ora presente nella Basilica di San Giacomo degli Spagnoli dimostra il grande amore che Don Pedro nutri’ per i Campi Flegrei, infatti su uno del lati del monumento è ben visibile il bassorilevo con la scena di battaglia baiana del 1544 che presenta una splendida veduta a volo di uccello del Golfo di Pozzuoli da cui si può riconoscere il profilo del Rione Terra, il litorale a nord coi crateri di Gauro e Montenuovo e più lontano fino a Baia col castello e le rovine delle Terme romane (si riconosce distintamente il Tempio di Venere) e infine Capo Miseno circondato da galee con le Isole sullo sfondo, probabilmente l’artista avrà preso l’ispirazione osservando la città da un punto prossimo all’attuale belvedere S. Gennaro. Per fortuna il Cenotafio sarà regolarmente visitabile ogni giorno a partire dal 01 marzo 2024 previa prenotazione grazie all’associazione Sualma a cui bisogna inoltrare la richiesta per visitare lo strepitoso monumento. A Napoli anche l’importante via Toledo ricorda Don Pedro che ordinò la costruzione di quell’arteria e dei vicini Quartieri Spagnoli, invece a Pozzuoli del ricordi di Don Pedro cosa resta? Oltre alla città bisogna ricordare la Torre de Toledo oggi sede del Polo Culturale e della Bilblioteca e un tempo parte della dimora puteolana del Viceré e anche nella chiesa di S. Antonio vi sono delle acquasantiere da lui donate alla comunità. Come prima l’impero romano anche l’impero spagnolo amo’ Pozzuoli nonostante gli effetti dell’attività vulcanica, tuttavia i successori di Don Pedro non ritennero l’area flegrea strategicamente importante e dopo il lungo periodo del Viceregno di Don Pedro la città flegrea non fu più interessata da così tante attenzioni. Il grande storico puteolano Raimondo Annecchino ha valutato con favore l’attività di Don Pedro: per fortuna la lungimiranza di questo politico spagnolo è stata per Pozzuoli una sicura protezione contro la furia del vulcano flegreo.

Dettaglio di uno dei bassorilievi che decorano il cenotafio: la rocca del Rione Terra del bassorilievo che ritrae lo scontro fra turchi e spagnoli presso il Castello di Baia.
Il bassorilievo del Cenotafio che celebra la battaglia di Baia, si vede bene il golfo di Pozzuoli

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