La Villa Romana di Masseria S. Limato, storie di piaceri e potere sulla via Appia

Dopo anni di aperture straordinarie ma non continuative pare che il notevole sito archeologico della Villa Romana di Masseria S. Limato aprirà al pubblico con più frequenza grazie alle sinergie sviluppatesi fra gli enti locali, in primis il comune di Cellule e la sopraintendenza archeologica di Caserta e Benevento. Ogni giovedì dal 1° febbraio fino al 25 aprile 2024 la villa sarà aperta al pubblico dalle ore 9.00 alle 13.00 senza bisogno di prenotazione.

Ma cosa c’è di così interessante?
La Villa romana di Masseria S. Limato si trova sul litorale del comune di Cellole , le rovine conservano un ampio e ricco quartiere termale, ovvero una serie di stanza riscaldate artificialmente dove era possibile fare bagni caldi a diversa temperatura (tepidarium e calidarium) ma anche una sala non riscaldata capace di conservare acqua a temperature più basse ovvero un frigidarium ed è proprio questa sala a conservare le decorazioni più leggibili: sul pavimento della sala campeggia un grande mosaico a tessere nere e bianche con rappresentazioni di Beluas, mostri marini fantastici dalle code a forma di serpente che rappresentano la forza del mare, elemento familiare ai romani (dominatori del Mare Nostrum) ma al tempo stesso ambiente potenzialmente ostile da rispettare e trattare con riguardo.Le altre sale termali, il tepidarium e il calidarium, mostrano le tracce del sistema di riscaldamento detto “ipocausto”, una serie di intercapedini poste sotto le salein questione dove circolava l’aria calda riscaldata in appositi forni, “i praefurnia”, e non è difficile immaginare gli schiavi addetti alla gestione dei forni intenti a valutare il livello di calore consono da ricreare in ciascuna stanza. Appena più a sud del quartiere termale gli archeologi hanno rinvenuto le stanze adibite all’uso abitativo mentre a nord degli ambienti termali le antiche strutture romane sono state sconvolte dalla costruzione di un’antica casa colonica, una masseria, che ingloba una non trascurabile porzione dell’antico edificio romano.

Ma a chi apparteneva questa villa?
Vi è un’ipotesi molto interessantesecondo la quale la Villa sia stata di proprietà di un’importate figura storica, ovvero Gaio Ofonio Tigellino, il potente prefetto del pretorio (capo della guardia personale dell’imperatore) dell’imperatore Nerone. Secondo molti storici, fra cui Tacito, Tigellino fu il braccio armato dell’imperatore famoso per i suoi eccessi e la sua crudeltà; fu Tigellino ad eliminare molti nemici di Nerone, come a d esempio il filosofo Seneca e i membri della ricchissima famiglia dei Pisoni e pare che il prefetto abbia condiviso con il megalomane imperatore le colpe della gestione del grande incendio di Roma del 64 d.C. evento che secondo alcuni storici romani avrebbe voluto lo stesso Nerone per far spazio ad una nuova città che avrebbe costruito sulle ceneri della vecchia Roma: Neropolis. Alcuni storici dicono che Tigellino ammassò enormi ricchezze grazie alla gestione degli ippodromi, forse era di origine siciliana, ma perché si associa Tigellino alla villa di Cellole? Dopo il suicidio di Nerone (68 d.C.) vi fu una guerra civile e Tigellino non riuscì a salire sul carro del vincitore perché non sostenne Galba, il nuovo imperatore designato dal Senato e secondo Tacito l’ex-prefetto fu spinto al suicidio dai vincitori proprio mentre si trovava nella sua villa a due passi dal mare alle porte di Sinuessa e non pochi storici ed archeologi vedono le rovine di Masseria S. Limato come teatro di questo cruento epilogo.

Ma come funzionava probabilmente la villa di Masseria S. Limato?
La Villa Romana si trova non lontano dal tracciato della Via Appia e l’edifico doveva essere una delle tante ville usate come tappe dalla ricca aristocrazia romana durante l’esodo primaverile che portava tanti patrizi a spostarsi da Roma verso il litorale flegreo dove le suntuose ville con tanto di terme naturali e pontili privati avrebbero allietato i periodi di vacanza (otium) dei più fortunati cittadini dell’Impero. All’epoca il viaggio però doveva durare qualche giorno, in particolare prima dell’apertura della Via Domiziana il percorso via terra fra Roma e l’area flegrea era relativamente lungo perché percorrendo l’Appia bisognava prima raggiungere l’antica Capua e poi percorrere la piana campana fino a Pozzuoli usando la celebre strada consolare della Via Campana, la strada che attraversava numerosi territori e in particolare quelli che oggi occupano i comuni di Giugliano e Quarto, pertanto alcune di queste ville private permettevano ai patrizi di sostare qualche ora o giorno fra un tratto di viaggio e l’altro senza rinunciare alle comodità, non a caso la Villa Romana di Masseria S. Limato sorge nei pressi dell’antica città di Sinuessa da sempre centro di comunicazione fra Campania e Lazio. Al momento non abbiamo dati certi riguardo alla proprietà della villa, potrebbe appartenere al terribile prefetto del pretorio oppure no ma in ogni caso la villa è un notevole capitolo della storia della Campania Felix e finalmente la recente riapertura permetterà di recuperare questa importante testimonianza del passato.

Foto 1 – Dettaglio del mosaico del frigidarium, I secolo d.C
Foto 2 – La villa romana di Masseria S. Limato vista da sud
Foto 3 – Mosaico del frigidarium
Foto 4 – Tratto della via Appia a sud della villa di Masseria S. Limato. il tratto viario e stato individuato nel 2020

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