Una via crucis durata oltre due mesi in vari presidi ospedalieri prima di morire a soli 45 anni per una probabile setticemia. Vincenzo Russo è deceduto il 13 aprile scorso al Cardarelli, lasciando la moglie e quattro figli.
É stata la moglie della vittima a presentare un esposto sulla vicenda ed ora la pm di Napoli, Federica D’Amodio, ha aperto un procedimento per l’ipotesi di omicidio colposo in ambito sanitario per accertare le cause del decesso.
Nel registro degli indagati sono stati iscritti due dei medici che hanno seguito il paziente durante il calvario, un atto dovuto necessario per la nomina di consulenti di parte. Il magistrato ha anche disposto l’autopsia, affidata ad un pool di tre consulenti tecnici.
Dalle dichiarazioni della vedova ai carabinieri, più di due mesi fa il 45enne si era recato all’ospedale San Giuliano, Giugliano in Campania, lamentando un forte dolore al petto. Per i sanitari, scongiurato il rischio di un infarto, hanno dimesso l’uomo dopo accertamenti dichiarando che si trattasse solo di un dolore intercostale che sarebbe passato da solo. Nei giorni successivi però, i dolori sono aumentati estendendosi anche in altre parti del corpo. Russo si reca quindi in varie strutture, sia pubbliche che private, come l’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, Pineta Grande di Castel Volturno e il Cardarelli. Il paziente aveva ogni volta seguito le cure prescritte dai medici che lo avevano visitato, ogni volta con diagnosi diverse, senza però mai riuscire a guarire. Le condizioni di salute dell’uomo sono peggiorate e Vincenzo Russo è morto al Cardarelli alle 7 del mattino del 13 aprile.

Muore a quarantacinque anni dopo aver girato quattro ospedali. Aperta in chiesta per omicidio colposo
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